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“Weird Water Panic Garden” di Giorgio Granata

  • Immagine del redattore: Matilde Volpi
    Matilde Volpi
  • 25 mar 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

La Fondazione Paolina Brugnatelli ha ospitato nel proprio spazio espositivo - corso Buenos Aires, 66 Milano - Weird Water Panic Garden, mostra fotografica personale del giovane artista emergente Giorgio Granata




Le opere proposte sono state selezionate dal catalogo Water Panic Garden, che raccoglie fotografie sull’acqua scattate in giro per il mondo. Queste fotografie, caratterizzate da un'estetica vicina a quella dei poster artistici, mirano a catturare visivamente l'essenza dell'epoca contemporanea, nota come Antropocene. Esse esplorano le interazioni tra elementi naturali e manufatti umani, evidenziando la complessità di queste relazioni nel contesto attuale. Il progetto è un'iniziativa di Giorgio Granata, promettente artista laureato in Scienze Filosofiche presso l'Università di Catania. Giorgio Granata è anche membro del Weird, collettivo artistico siciliano emergente e indipendente. Il gruppo è noto per la sua predilezione per le fotografie scattate durante numerosi viaggi e successivamente stampate in grande formato. Le opere si distinguono per la vivacità dei colori, ottenuta attraverso una meticolosa modifica delle curve RGB. Il collettivo, inoltre, organizza esposizioni in luoghi pubblici e privati, con la missione di promuovere visioni estetiche all’avanguardia e stimolare il dialogo tra le nuove generazioni.


Il nome del catalogo, Water Panic Garden, gioca ironicamente sul concetto degli acquapark, simboli di divertimento e spensieratezza accessibili a un vasto pubblico. Tuttavia, in questa interpretazione artistica, il classico parco acquatico si trasforma in un "giardino", una sorta di oasi umanizzata che, nonostante la sua apparente accoglienza, rivela una visione più catastrofica e riflessiva.


Infine, un elemento distintivo dell'opera di Giorgio è l'utilizzo di un carattere grafico, denominato "l'omino solo" e composto dalle lettere S-O-L-O, che funge da firma personale dell’artista. “L’omino solo nasce dalla necessità di trovare una firma che mi potesse rappresentare”, ci racconta Giorgio. “Durante questa ricerca, mi è capitato di sentirmi solo. La prima volta che scrissi la parola “solo” su un muro vidi espressamente una faccia che mi guardava e provai una forte connessione con essa. Adesso uso l’omino solo per rappresentare lo stato d’animo che provano certi individui nell’affrontare la realtà giornaliera. A volte disegno molti omini soli in processione, evocando le dinamiche delle manifestazioni di protesta, e continuo a usare l’omino solo per raffigurare la condizione dell’individuo, che  in fondo è sempre un poco solo. Si tratta di un personaggio cartoonizzato che simboleggia la condizione umana contemporanea in relazione al cambiamento climatico e sociale dovuto al sistema capitalistico.”




 
 
 

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