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ARTE E DALTONISMO: quattro artisti daltonici

  • Immagine del redattore: Vittorio Gianotti
    Vittorio Gianotti
  • 8 mar 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Gli artisti daltonici hanno dovuto adattare tecniche e percezione del colore per poter creare le loro opere. La loro condizione visiva particolare ha dato loro un punto di vista unico sull'arte, che ha portato a opere memorabili e significative.



Vincent Van Gogh


Gli artisti daltonici hanno suscitato l'interesse di molti studiosi nel corso degli anni.

Kazunori Asada, scienziato e poeta giapponese, ha sviluppato teorie sul daltonismo di Van Gogh, sostenendo che l'artista olandese potesse avere una forma di daltonismo che lo portava a vedere prevalentemente i toni del giallo. Questo potrebbe spiegare la continua presenza di questo colore nei suoi quadri.


Asada ha condotto esperimenti utilizzando un simulatore che permette di vedere i colori esattamente come li percepiscono i daltonici, utilizzando una luce filtrata otticamente per fornire uno spettro di luce modificata (Vision Camera a colori Experience). Questo ha permesso a Asada di osservare i colori attraverso gli occhi di Van Gogh e di trarre conclusioni sulla sua percezione dei colori.



Tuttavia, c'è anche la possibilità che la condizione visiva di Van Gogh non fosse ereditaria, ma causata dall'abuso di alcolici e assenzio o dalla continua esposizione a materiali tossici utilizzati per dipingere.


Claude Monet


Sul giornale Le Figaro, nel 1877, le recensioni dei dipinti impressionisti parlavano di quadri invasi da “un diluvio di crema al pistacchio, vaniglia e ribes”, un guazzabuglio di colori che poteva spiegarsi solo con l’incapacità di distinguere forme e colori. E, in effetti, ci avevano visto giusto. Sono infatti diversi i pittori impressionisti che, per un motivo o per l’altro, avevano una visione alterata dei colori.


Monet in primis aveva problemi di visione dei colori. Le sue serie di quadri dello stesso soggetto, come il Pont japonais a Giverny (dipinto oltre venti volte nel corso degli anni), mostrano l'accentuazione dell'ingiallimento e il degrado delle forme nel tempo, sintomi di una forma di daltonismo causato da diverse patologie a carico dell’occhio. La più comune di queste patologie è la cataratta detta «nucleare», nella quale il nucleo del cristallino diventa opaco e ingiallisce. Il cristallino ingiallito si comporta come un filtro collocato nell'occhio, che assorbe le lunghezze d'onda corte dello spettro visibile. La miscela di colori che ne deriva porta a un ingiallimento apparente dei verdi e a una scorretta percezione dei viola e dei blu.






Ilya Repin


Anche il celebre pittore russo del XIX secolo, Ilya Repin, era daltonico. Questa alterazione visiva era particolarmente evidente nella sua scelta di non utilizzare il verde nelle sue nature morte, come riportato dal critico d'arte russo Nikolai Punin.


Inoltre, durante la sua vecchiaia, Repin si trovò a dover ritoccare una delle sue opere più importanti, "Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581", che aveva iniziato a dipingere nel 1885. Infatti, un vecchio pittore di icone, appartenente al movimento dei Vecchi Credenti, Abram Balashov, aveva sfregiato il quadro con un coltellino nella Galleria Tretyakov di Mosca, dove era esposto.



A causa del suo daltonismo, Repin deformò la gamma cromatica del dipinto e il risultato inizialmente non corrispose alle sue intenzioni. Essere daltonico rappresentò una sfida significativa per Repin, che dovette fare affidamento su alcune fotografie dell’opera scattate prima della deturpazione per ricordare i colori e sforzarsi di rappresentarli il più fedelmente possibile.


Georgia O'Keeffe


Georgia O'Keeffe è una delle più grandi artiste americane del XX secolo ed era anch'essa daltonica. La sua condizione l'ha portata a sperimentare con le sfumature di colore e le combinazioni, dando vita a opere d'arte sorprendenti, come le sue nature morte e i suoi paesaggi dai colori forti e brillanti, ispirati a quelli del Sud-Ovest degli Stati Uniti. Negli anni settanta fu inoltre colpita da una malattia alla vista, che la costrinse col tempo a ridurre il lavoro.



In conclusione, gli artisti daltonici hanno fatto parte della storia dell'arte e hanno contribuito alla creazione di opere straordinarie nonostante la loro limitazione visiva. Alcuni di loro hanno dovuto affrontare difficoltà a causa della loro condizione, ma ciò non ha impedito loro di esprimere la loro creatività e di produrre opere che hanno ispirato e emozionato molte persone nel corso dei secoli. Oggi, l'avanzamento della tecnologia e delle conoscenze scientifiche ha reso possibile per i daltonici di godere della bellezza dell'arte in modo più completo e di sviluppare nuove tecniche per esprimere la loro creatività. In definitiva, la storia degli artisti daltonici ci insegna che le limitazioni non devono impedirci di perseguire la nostra passione e che l'arte può essere un mezzo potente per superare le barriere e creare un mondo più inclusivo.

 
 
 

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